Nell’era del digitale, anche le modalità e le occasioni di lettura si dilatano e vengono destabilizzate dalla concorrenza (più o meno) spietata degli altri media e delle altre fonti d’intrattenimento. Tuttavia, contrariamente a quanto si poteva immaginare, l’avvento del digitale non ha comportato quell’apocalisse tanto temuta: è solo cambiato il formato del libro, ma non la passione per la narrazione. E una delle nuove frontiere è rappresentata proprio dagli audiolibri.
Questo particolare formato di testi, gli audiolibri appunto, in realtà esiste da decenni anche se fino ad ora, oltre all’utilizzo importantissimo fatto dalle persone non vedenti, è stato spesso associato alla mobilità: era, insomma il formato di narrazione perfetto per i medio-lunghi viaggi, proprio per consentire l’ascolto del testo mantenendo le mani e gli occhi liberi di guidare.
Prima di tutto perché gli audiolibri non sono più così marginali sul mercato, anzi si può dire che nel settore assistiamo ad una vera e propria rivoluzione copernicana. Negli Stati Uniti nel 2017 la percentuale di utilizzatori di audiolibri è in costante crescita, addirittura le vendite hanno riscontrato un incremento del 30%.
Ma è la Cina a detenere il primato indiscusso di ascoltatori di libri: nel Paese del Sol Levante sono davvero tutti pazzi per gli audiolibri, con una crescita davvero esponenziale del relativo fatturato.
Nel panorama dell’editoria digitale internazionale, quindi, oggi gli audiolibri rappresentano una fetta appetitosa del mercato, esattamente come gli ebook.
Da noi la situazione è un po’ diversa, glia audiolibri non riscuotono il successo straordinario a cui invece si assiste altrove, e la ragione è anzitutto storica: siamo degli appassionati lettori da sempre e difficilmente ci adattiamo alle novità nel settore. Va poi considerata la poca ampiezza del catalogo che non rende particolarmente appetibile l’offerta narrativa: per realizzare audiolibri, infatti, occorre sostenere costi molto elevati rispetto al libro stampato, per questo pochi editori sostengono i costi.
Però negli ultimi anni anche in Italia assistiamo ad una timida crescita nel settore, soprattutto con l’arrivo della fruizione streaming e la crescita dei podcast, il che prova la presenza effettiva di una certa domanda. E anche gli editori italiani, grandi e piccoli, stanno guardando con maggiore interesse a questa opportunità.
Venendo all’analisi del fenomeno audiolibri in Italia, si registra un deciso apprezzamento soprattutto tra i giovani: circa il 48% dei fruitori, infatti, è sotto i 35 anni, il che contribuisce a rendere il mercato particolarmente interessante perché permette di fare grossi investimenti sul futuro non solo a breve termine.
Altro dato da considerare è il mezzo attraverso il quale si fruisce degli audiolibri: la maggior parte, infatti, contrariamente a quanto avveniva prima, non ascolta la narrazione in viaggio, bensì a casa, magari mentre è impegnato in altre attività: quel che sembra rilevante, quindi, non è tanto la comodità di poter ascoltare dove si vuole l’audiolibro, bensì la migliore accessibilità garantita dai servizi digitali soprattutto in termini di facilità di reperimento del prodotto e rapidità di acquisto della merce.
Il che, per il mercato italiano ove ancora oggi si riscontrano disparità geografiche sull’accesso alle librerie (ben 13 milioni di italiani vivono in Comuni ove non sono presenti librerie) potrebbe essere un’occasione davvero imperdibile.