Qualche giorno fa sul sito de Il Sole 24 ore è apparso un articolo che ha posto nuovamente l’accento sulla necessità di svincolarsi dalla minaccia (purtroppo ancora tangibilissima) di perpetrare stereotipi sessisti anche attraverso i libri.
L’articolo fa riferimento in maniera specifica a due libri editi da Newton Compton del 2013 (attualmente disponibili in ebook) che raccolgono separatamente storie per ragazzi e storie per ragazze.
Già questo tipo di divisione così netta e spacciata come ovvia fa storcere il naso a chi, come noi, crede nell’importanza della libertà di scelta, di gusto e di autodeterminazione sia femminile che maschile.
E i dissapori non finiscono quando ci si trova davanti a copertine rigorosamente rosa e verde scuro.
Se è troppo facile giudicare una scelta editoriale dalla sola copertina, passiamo ai contenuti.
La raccolta di storie per ragazze non è altro che una miscellanea di sentimenti, battiti di ciglia e pagine incipriate da protagoniste esclusivamente femminili.
Tutt’altro tenore per le avventure “da ragazzi”: autori e protagonisti esclusivamente maschili, affascinanti avventure e imprese leggendarie.
Alcuni penseranno che un certo andamento delle cose sia normale, oramai consolidato e standardizzato.
Quello che spesso sfugge è il danno che un sessismo iniettato sin dai primi anni di vita può comportare e di fatto ha comportato per moltissimi ragazzi e ragazze. Ma davvero può bastare l’appartenenza a un genere sessuale per stabilire in maniera netta ed esclusiva cosa deve piacerci e cosa no?
Sia chiaro che i racconti contenuti all’interno delle raccolte proposte da Newton Compton sono dei veri capolavori, intaccabili pezzi di storia della letteratura per ragazzi. E come tutte le altre forme d’arte, perché destinarle a priori ad un pubblico e non ad un altro?
Il nostro impegno da addetti ai lavori è molto chiaro sulla battaglia agli stereotipi di genere perché siamo convinti delle reali potenzialità del vettore con il quale quotidianamente lavoriamo: il libro.
E con esso le storie e i personaggi che fanno parte di quei racconti, della responsabilità che si portano dietro nei gesti e nei linguaggi, nelle scelte e nei valori che tramandano.
Nel mondo del fumetto soprattutto americano già dagli ultimi anni si sono registrati diversi cambiamenti di rotta. Il pubblico dei consumatori di comics e graphic novel è sempre più variegato e omogeneo (perché a dispetto di quanto molti possano credere, non bisogna necessariamente disporre di cromosomi XY per adorare i super eroi). A giugno del 2016 la Casa delle Idee ha pubblicato in Italia con Panini comics il #1 di Wolverine, una storia che ricomincia dagli artigli dell’erede dell’oramai morto Logan, il suo clone Laura.
Una sorte simile è quella raccontata nel #1 di Invincibile Iron Man (15 giugno 2017) in cui da questo momento in poi ad abitare l’armatura più ambita del mondo non è più il filantropo miliardario Tony Stark ma Riri Williams, geniale studentessa del MIT.
Si tratterà pure di storie di fantasia ma l’impatto che può derivare dall’identificazione con un personaggio immaginario, soprattutto durante gli anni in cui non si sa ancora bene cosa o chi si potrà essere da grandi, è una responsabilità enorme che dovremmo tutti tenere in considerazione nel momento in cui decidiamo di attuare alcune scelte, editoriali e non. È il momento di svelare ai ragazzi e alle ragazze un segreto che può davvero donare loro nuovi occhi, nuovi pensieri e nuovi sogni: non fermatevi al rosa o al blu, non lasciate che qualcuno si prenda il diritto di scegliere cosa può piacervi e cosa no.
Davanti allo scaffale di una libreria siete liberi e libere di scegliere, qualunque cosa vi piaccia, leggete!
“[…] Niente limiti ai miei sogni né paletti ai miei bisogni. La mia vita è un bianco foglio: posso esser ciò che voglio!”
Filastrocca dell’autrice Jolanda Restano.