La presenza e l’utilizzo sempre più capillare di internet e dei suoi canali ha cambiato abitudini e processi di lavoro in moltissimi settori, personali e professionali.
Anche l’industria editoriale ha dovuto cambiare molti dei suoi modelli operativi, dalla produzione alla comunicazione dei prodotti finiti.
Dalle librerie online ai formati ePub la costante risulta essere l’assenza della figura che prima si interponeva tra libro e lettore, e tra lettore e autore.
Tra le priorità di ogni autore c’è sicuramente la voglia e l’interesse di raggiungere i lettori. E ciò risulta del tutto comprensibile sia dal punto di vista del ritorno economico che del ritorno emozionale. L’idea di poter “saltare” un passaggio o un intermediario, raggiungere prima e in maniera più diretta i suoi destinatari si pone come pro fondamentale nella scelta del self publishing.
Per non parlare dei costi di produzione e pubblicazione decisamente più bassi rispetto alla media dell’industria editoriale.
Un autore/editore non può più limitarsi a produrre e limare la versione migliore del suo manoscritto: nella sua figura devono incontrarsi l’imprenditore, l’impaginatore, il direttore artistico, l’ufficio stampa, il grafico.
Ciò che dobbiamo chiederci prima di intraprendere un percorso editoriale così autonomo è se siamo davvero all’altezza di una responsabilità (e competenza) così articolata e completa. Quali sono i punti cardine da tenere a mente prima di operare una scelta consapevole?
Il primo aspetto da valutare è quello relativo all’idea: siamo sicuri che quello che vogliamo raccontare sia all’altezza di questo destino? Chi e perché dovrebbe trovare interessante la nostra storia? Avere chiaro in mente quel chi è fondamentale: è al lettore che deve arrivare il nostro prodotto, è con lui che dobbiamo immaginare di parlare e con le scelte stilistiche e grafiche adeguate. Scrivere un manuale di cucina o un albo a fumetti non è la stessa cosa, nemmeno il linguaggio da usare sarà lo stesso.
In qualunque fase, da quella decisionale a quella promozionale, è di fondamentale importanza agire nell’ottica della qualità del prodotto al quale stiamo lavorando.
Sfatiamo il mito secondo il quale scrivere per bambini e ragazzi significhi lavorare con meno impegno, scrivere più facilmente, in due parole: vincere facile.
Probabilmente sotto molti punti di vista è l’esatto contrario. Scrivere storie per bambini significa caricarsi di grosse responsabilità: quella di segnare il primo confine tra giusto e sbagliato, buono e cattivo, da imitare o rifiutare. Significa anche dover comunicare nel modo giusto, modulare stile e linguaggio per argomenti che sappiano appassionare i lettori e le lettrici.
Non tutto ciò che ci sembra “giusto” si rivela poi adatto alla pubblicazione o ancor più alla lettura da parte del pubblico.
Facciamo chiarezza: tutti siamo liberi di scrivere qualunque cosa e di coltivare un autonomo gusto e metodo di giudizio ma non per questo tutto ciò che può essere scritto merita di essere pubblicato.Arriviamo al nodo del nostro discorso: la qualità del testo
La caratteristica imprescindibile per chiunque voglia affacciarsi al mondo dell’editoria (il self publishing non fa eccezione) è quella dell’umiltà.
Sottoporre un manoscritto a qualcuno che possa darci un giudizio oggettivo e (magari) tecnico può rivelarsi una grossa opportunità per limare il testo, renderne più fluida la storia, delineare meglio i profili dei personaggi al fine di dare maggiore luce e sfogo alla loro personalità.
Sottoporre un manoscritto all’attenzione di un addetto ai lavori (no, amici e parenti non sono attendibili come metro di giudizio) non è da intendere come un momento di valutazione e critica ma come una possibilità di ulteriore miglioramento e crescita.
È necessario essere disposti a lavorare sul testo, non farsi scoraggiare dalla possibilità – tutt’altro che remota - di dover scrivere e riscrivere la stessa sequenza più e più volte senza accontentarsi di risultati mediocri. Scrivere un testo di qualità significa sacrificio, significa impegno e disciplina costante fino al raggiungimento della forma migliore possibile.
Anche gli albi a fumetti, anche la letteratura per bambini che ci sembra così spensierata nei colori e negli stili ha significato fatica e serio impegno per l’autore che l’ha immaginata, scritta, corretta, riscritta, disegnata.
Nessun manoscritto rimane immune dalla necessità di esser sottoposto a editing o a una correzione di bozze. Entrambe sono attività imprescindibili tanto per ottenere un prodotto di qualità quanto per una forma di rispetto nei confronti di chi leggendoci ha scelto a scatola (per meglio dire “a copertina”) chiusa di darci una possibilità, di leggere la storia che vogliamo raccontare.
Che si tratti di self publishing o meno, nessun prodotto editoriale può prescindere dalla cura per la qualità finale del prodotto. Un libro ben confezionato, ben scritto, curato nei minimi dettagli è la prima forma di ringraziamento nei confronti di un lettore che ha scelto il nostro prodotto.
Ciò che fa la differenza è il saper costruire una relazione di reciproca fiducia capace di trasformare l’acquirente in supporter di ciò che facciamo e scriviamo.
Un lettore soddisfatto e rispettato nelle aspettative e nella qualità di ciò che facciamo, ripagherà la nostra fatica continuando a scegliere le nostre proposte, le nostre storie. Scelta grafica e stilistica vanno di pari passo, l’una completa l’altra dalla scelta dei colori al carattere, dall’impaginazione ai materiali.
In libreria così come all’interno di uno shop online, ci sono due cose che hanno il fondamentale compito di catturare la nostra attenzione: il titolo e la copertina.
Se l’obiettivo è vendere un libro in formato digitale non si può sottovalutare l’importanza di una anteprima di copertina comoda da vedere, leggibile in ogni sua parte e con un’ottima definizione grafica.
E’ necessario tenere sempre a mente che una buona copertina e un buon titolo possono fare tutta la differenza del mondo poiché hanno la precedenza visiva su tutto, persino sulle storie più meritevoli di essere lette.